Le Thoronet

Provenza

Se posso dire di essere mai stata certa di qualcosa nella vita, allora di una ed una sola cosa ero certa: che non sarei mai tornata due volte nello stesso luogo. Perché perdere tempo? Il mondo è enorme e di cose da vedere ce ne sono troppe!

Ero, appunto.

Ma, si sa, crescere è cambiare, così, con estrema sorpresa, mi sono ritrovata a desiderare di far ritorno in alcuni luoghi, ben consapevole che avrei dovuto fare i conti con i ricordi.

Il primo richiamo? La Provenza e la Camargue. Primo luogo tra tutti? L’abbazia di Le Thoronet.

È un luogo mistico ed onirico, immerso nella natura provenzale, circondato dal profumo di erbe aromatiche e di echi di storia meravigliosi. Le abbazie hanno sempre suscitato un grande fascino su di me, ma questa ha la vittoria in pugno e non sarà facile farla regredire dal primo posto in classifica!

Mossi i primi passi, riecheggianti nel silenzio assoluto della chiesa, spoglia ed austera, come si addice ad un’abbazia cistercense, ho potuto sentire l’eco dei canti gregoriani e delle litanie dei monaci. Ho attraversato la sala capitolare, il dormitorio, il refettorio e le cantine per poi giungere all’interno del chiostro.

È stato facile fermarmi nel padiglione esagonale, accanto alla pianta di rose purpuree, chiudere gli occhi ed immaginare, attraverso le bifore, i monaci, nelle loro tuniche, camminarvi in silenzio. Chissà, forse per recarsi, dopo le abluzioni, al lavoro nello scriptorium (esiste un luogo più emozionante di quello in cui si dava vita a miniature e manoscritti?).

Mi sono cullata nell’idea che i miei passi ripercorressero gli stessi di chi ha dedicato la propria vita alla meditazione ed alla preghiera; per un attimo, mi è sembrato persino di percepire il timore reverenziale suscitato dal passaggio dell’abate nei conversi.

In punta di piedi, perché non è possibile fare altrimenti, ma con il corpo un po’ più leggero. Si esce così dall’abbazia. E con una nuova certezza: si torna sempre nei luoghi in cui si è stati bene!

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