La colazione a Copenaghen: un’esperienza multi-sensoriale

Copenaghen Food

Con la colazione, si sa, non si scherza e questo vale anche per i danesi.

A Copenaghen esiste il paradiso per chi, come me, fatica a rassegnarsi alle colazioni salate.

Passeggiando per il quartiere Vesterbro, costellato di negozi alternativi, gallerie d’arte e negozi di moda, è molto difficile pensarlo come un ex quartiere trasandato e pericoloso. La completa e recente riqualificazione lo ha infatti trasformato nel luogo in cui recarsi per curiosare tra le ultime tendenze della città. Non è sicuramente un caso che proprio in questo quartiere si svolga, due volte l’anno, la Copenaghen Fashion Week.


Lasciandosi alle spalle l’affollato centro città, con le sue case colorate lungo i canali, è obbligatoria la tappa a Værnedamsvej, una delle strade più belle di Copenaghen. Mostra, infatti, con gli spazi che si allargano, gli edifici in mattoni e un’atmosfera molto più tranquilla, la vera vita danese, più rilassata e allo stesso tempo sofisticata.

Mentre gli occhi gioiscono di fronte al tripudio di colori offerto dai numerosi negozi di fioristi (che spesso invadono anche i marciapiedi), al cielo blu e terso, grazie all’aria frizzante delle mattine primaverili, alla miriade di biciclette che si incontra anche qua e alle vetrine dei più diversi negozi (dall’arredamento ai pub, dalle pescherie alle boutique di moda), anche l’olfatto rimane inevitabilmente soddisfatto.

Sono diversi i locali grazie ai quali tutta la via profuma di dolci alla cannella e di caffè, ma uno in particolare merita una tappa: Lauras.

Appena varcata la soglia di questo meraviglioso luogo, sono stata impietosamente e palesemente vittima di una associazione per delinquere di stampo prettamente gastronomico. Risultato? Il rapimento dei sensi. Ovvero, “lasciate ogni speranza (di voler uscire) Voi che entrate”!

Gli occhi completamente ipnotizzati dalla bellezza e della ricercatezza dell’arredamento, con le sue ceramiche bianche di stile industriale, i suoi vetri colorati del privè/microsalottino in cui, inevitabilmente, mi sono dovuta accomodare e le linee nette e minimaliste del bancone; l’olfatto inebriato dal profumo di pane, dolci, caffè e cardamomo. Il gusto… beh, che dire? Le mie papille gustative sognano ancora la combo perfetta: chai latte e kanelsnegle. Quella girella alla cannella deve per forza essere annoverata come patrimonio dell’umanità!

Sono del parere che ogni città custodisca un luogo che verrà inconsciamente associato, nei nostri ricordi, alla città stessa e e proprio di quella città diventerà il nostro luogo del cuore. Io ho trovato il mio senza nemmeno cercarlo.

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