Superkilen

Copenaghen

In due ventosi e variabili giorni di marzo, ho optato per spostarmi a piedi, il che mi è costato, al ventesimo chilometro, proprio a Superkilen, un teatrino piuttosto ridicolo con l’autista dell’autobus che mi ripeteva la stessa frase in danese mentre indicavo insistentemente sulla mappa della città l’hotel, sottolineando il tutto con il gesto tipicamente italiano dell’interrogativo irrisolto: la mano a carciofo.

Ma facciamo un passo indietro: cosa ci facevo nel “mercato nero” di Superkilen, nel quartiere Nørrebro? Semplice: non vi attirerebbe un enorme parco urbano, profondamente innovativo nella sua celebrazione della diversità etnica e culturale? Suddiviso in tre macro-aree, dalla “piazza rossa”, si passa al mio preferito, il “mercato nero”, appunto, per concludere nel “parco verde”. In pochi passi è possibile fare, letteralmente, uno psichedelico giro del mondo:
il rosso, il rosa e l’arancione tingono letteralmente palazzi, una enorme piovra-scivolo nera di provenienza giapponese adagiata su linee sinuose e bianche, una fontana marocchina, insegne al neon da tutto il mondo, cartelli in cirillico, panchine brasiliane, spartitraffico del Ghana, un toro in ghisa e via dicendo.

Tutto, qua, è un inno alla multietnicità e alla preziosa convivenza delle più svariate culture ed io non potevo esimermi dal vedere con i miei occhi questo capolavoro dell’architettura del paesaggio.

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