Ode alla Pietra di Bismantova

Emilia Romagna

Sia che tu la veda per la prima volta da bambino, mentre dai forma ai racconti di quel libro che hai letto ad alta voce e con impazienza e che tanto ti ha colpito (“Il tesoro del Bigatto” di Giuseppe Pederiali), sia quando ci sali per la quarta, la quinta e sesta volta, Lei è sempre pronta ad accoglierti.

Si fa scorgere da lontano, cosi che tu possa pregustare il nuovo incontro, ergendosi fiera sulle colline circostanti. Sa bene che non ha confronto. La sua forma è sempre più familiare e così deve essere la tua per Lei. Perché ogni volta che scendi dalla sua schiena, un po’ di te rimane lì, con Lei. Così come un po’ di Lei, della sua energia, viene sempre via con te.

E’ indulgente verso chi prova a descriverla ma non ne coglie l’essenza fino in fondo, perché Lei si somiglia, non ha eguali, e sa bene che gli spettacoli unici sono difficili da raccontare. Lo ha compreso bene Dante, il poeta Vate, che dopo averla vista altro non ha potuto fare se non trarne ispirazione.

E’ pronta ad accoglierti, a farti sentire al sicuro sui bordi dei suoi precipizi, abbracciandoti con la sua atmosfera magica. Ti fa sentire vivo mentre, chiudendo gli occhi e avvicinandoti ai suoi limiti netti, ti sembra di volare.

Sono tante le storie su di Lei, alcune tristi, alcune misteriose, altre felici.

Io mi sono fatta la mia, di storia, fatta di lunghe passeggiate, di pic-nic sempre sotto allo stesso albero (lo riconoscerei fra mille), di corse a piedi scalzi, di tempo passato sdraiata sui suoi prati ad occhi chiusi, respirando la sua forza e diventando un tutt’uno con Lei.

Non ho ancora trovato un luogo magico come Lei, che ha il potere di richiamarmi ciclicamente, quasi sentisse la mia necessità di Lei.

Eccola in tutto il suo splendore:

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